Il Tigray è una delle regioni dell’Etiopia dotata di un livello di infrastrutture di carattere economico e sociale particolarmente basso, costretta a combattere contro una complessa serie di problematiche che vanno dalle difficili condizioni climatiche ad una allarmante crescita demografica. Il cronico problema della insicurezza alimentare, l’alto tasso di disoccupazione, la malnutrizione ed un limitato accesso ai servizi primari (istruzione, sanità, acqua, infrastrutture) caratterizzano pertanto questa regione.
Questo progetto ha quindi avuto l’obbiettivo di contribuire sostanzialmente a migliorare le condizioni di fornitura idrica alla città di Endabaguna, ormai insufficienti, alla luce dell’incrementato dei propri abitanti (circa 5.000 rifugiati provenienti dall’Eritrea).
Il progetto, portato a termine da parte del CISP, e parzialmente finanziato dalla Fondazione Butterfly onlus e dal Sermig di Torino, ha consentito il miglioramento dell’accesso all’acqua potabile presso la città di Endabaguna, nella regione del Tigray in Etiopia.
Si è proceduto alla trivellazione di un pozzo profondo almeno 150 metri, all’istallazione di canalizzazioni della lunghezza di 1.300 metri che portano l’acqua del pozzo fino ad un serbatoio di 100 metri cubi e di successive canalizzazioni di collegamento alla rete idrica esistente.
Gli oltre 2.000 profughi (30% minori non accompagnati) sistemati all’interno dello “screening centre” di Endabaguna dove possono permanere fino tre mesi, erano prima costretti a ricorrere a limitate razioni di acqua fornita dai militari tramite autobotti.